Il magnate egiziano, Naguib Sawiris, resta sempre interessato a investire in Telecom Italia, ma non ha avuto alcun contatto con Sol Trujillo che, secondo indiscrezioni, starebbe lavorando a una cordata con alcuni fondi del Qatar e di Abu Dhabi per lanciare una maxi offerta da 7,5 miliardi di euro su Telecom Italia.
E' quanto ha riferito oggi il suo braccio destro, Khaled Bishara, membro del cda di Orascom, a margine della conferenza stampa di presentazione dell'Ipo di Italiaonline, di cui è il presidente. "E' una cosa nota, Sawiris si è sempre detto interessato a Telecom e l'interesse resta", ha detto Bishara, ricordando che nel dicembre 2012 aveva fatto un piano per investire nel gruppo tlc italiano.
Bocciata però sul nascere qualsiasi speculazione che vede Sawiris partecipare al progetto "Adriano" dell'imprenditore americano di origine messicane: "Trujillo ha lavorato con noi nel 2004 per la due diligence di Wind ma non c'è nessun collegamento, nessun contatto", ha voluto chiarire Bishara. Queste dichiarazioni arrivano mentre è in corso la riunione del consiglio di amministrazione di Telecom Italia: sul tavolo la richiesta avanzata da Fintech di una nuova proroga dell'accordo con il gruppo telefonico per l'acquisto di Telecom Argentina.
Questa mattina l'Asati, l'associazione dei piccoli azionisti di Telecom Italia, ha chiesto al board di non procedere ad alcuna "vendita a sconto a Fintech" di Telecom Argentina e di mantenere la controllata "i cui effetti positivi economici sono già stati contabilizzati nella semestrale".
A Piazza Affari intanto è scemato l'effetto speculativo sul titolo. Partito in rialzo, ora ha virato in territorio negativo e perde lo 0,71% a 0,907 euro. Gli analisti di Mediobanca Securities oggi ricordano di aver già sottolineato in passato che la scissione della holding di controllo di TI, Telco, aumenterà ulteriormente la percezione di TI come public company indipendente con Vivendi come principale azionista con una quota del 6% ma senza un posto in consiglio, almeno per il momento.
"Le notizie di ieri, quando e se confermate, suggeriscono che una società senza un azionista di controllo, in un settore in cui l'innovazione potrebbe rapidamente cambiare l'immagine aziendale, potrebbe rappresentare un target di acquisizione", sostengono a Mediobanca, "soprattutto ora che 4G/LTE e NGN accelereranno il processo di convergenza tra media e telecomunicazioni, data l'appetito degli operatori telefonici per i contenuti, e la necessità dei broadcaster tradizionali di aumentare ulteriormente i loro canali di distribuzione a causa della frammentazione nella tv commerciale e della pressione dei nuovi media".
L'ingresso sulla scena di Trujillo mostra dunque che c'è interesse per Telecom Italia, "ma riteniamo improbabili offerte ostili in quanto il governo può intervenire e bloccare in qualsiasi momento l'attacco", ha affermato un analista di una sim milanese. Ieri, peraltro, il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, ha smentito contatti con Trujillo, ma ha affermato che il governo è pronto, se necessario, a utilizzare il potere di veto in mano allo Stato.
"E' altresì poco probabile il lancio di un'opa in quanto il debito di Telecom Italia (27,5 miliardi di euro a fine giugno, ndr) rappresenta un macigno colossale per chiunque", aggiunge l'esperto della sim. "L'ipotesi per noi più verosimile è un'entrata di soci tramite aumento di capitale riservato. Questi soggetti potrebbero prendere il posto delle banche. Confermiamo la raccomandazione neutral sul titolo Telecom Italia". |
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